giovedì 9 agosto 2012

scivola come acqua tra le dita


Questa è la storia. 
Alex Schwazer aveva vinto. 
Da solo, allenandosi senza pace. 
A Pechino. 
Poi quell'oro iniziano a usarlo contro di lui, quando non vince il mondiale, quando si ferma. 
Hai vinto, pensi di aver dimostrato chi sei e invece no, tutti a dire: "Perché non vinci più?". 
Mentre Schwazer piange, quasi gli scappa "Ero stanco di essere solo il fidanzato di...". Ha una ragazza nota e i media 
lo schiacciano su questo. Ha poi valori ematici da anemico, gli allenamenti lo sfibrano e qui fa la peggiore scelta possibile: l'Epo. 


Si pompa, come dicono in gergo. Si dopa. 


Non basta mai quello che fai alla gente, e allora Alex vuole vincere di nuovo. 


Cerca la scorciatoia, vuole avere l'oro come crede di meritare, ma il suo sangue non lo aiuta più. 


Il corpo c'è, il sangue no. 


Così pensa che l'Epo gli possa dare quello che la natura gli sta togliendo. Vuole smettere di essere identificato solo come il fidanzato di Carolina Kostner, lui che è arrivato già a risultati incredibili. 


È debole, è fragile, fa l'idiozia di doparsi. 


Lo beccano. 


Ammette subito, si dispera, chiede scusa. 


Mentre i vertici sportivi, gli stessi da sempre, che vivono incredibilmente quasi come semplici spettatori inchieste tra le piu terribili, inchieste che mostrano quanto l'Italia abbia il calcio tra i piu corrotti al mondo, ebbene, quei vertici sportivi cercano di emendarsi additando Alex come il male, il peccato, il colpevole. 


Lo indicano come l'esempio sbagliato e ci si accanisce con il piacere tipico del vedere un vincente cadere, una vendetta che conforta la propria mediocrità. 


In un intero sistema marcio come quello italiano, l'errore idiota e colpevole di Schwazer diventa il pretesto per dare la colpa di tutto al singolo atleta. 


Perfetta fotografia del cortocircuito tra media affamati e sciacalli, dirigenze inadeguate e disumanità diffusa.

ROBERTO SAVIANO



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